venerdì 15 febbraio 2008

Il circuito virtuoso: un arma di ricostruzione di massa

Sembra incredibile? Lo so. State pensando che parlo per massimi sistemi, rigiro aria fritta, utopie, sbrodolo cose che poi non si possono mettere in pratica, ecc.

Però i circuiti virtuosi io li creo per lavoro, praticamente tutti i giorni, quindi un po’ me ne intendo. Funzionano e fanno aumentare i fatturati delle aziende, effetti reali che si toccano con mano. Se possiamo usarli per le strategie di marketing di un’impresa, perché non dovremmo usarli per migliorare il mondo?

Sono armi potenti, direi le armi ideali per una rivoluzione che oggi, in Italia, può partire solo dal basso (non vi aspettate che la Casta epuri sé stessa per farvi un favore, vero?).

I circuiti virtuosi si possono innescare anche impiegando piccole energie. Certo, un circuito grande come quello descritto nel post precedente richiede sforzi importanti, ma ci si può arrivare per gradi, attivando tanti circuiti virtuosi più piccoli e facili da fare partire che tutti insieme poi innescheranno quello più grande.

Vi faccio un esempio pratico?

Con il programma Conto Energia attuato dallo stato italiano è possibile installare pannelli fotovoltaici (quelli che trasformano l’energia solare direttamente in energia elettrica) quasi a costo zero*.

Sicuramente lo scorso anno lo sapevano in pochissimi (ma la cosa era già fattibile), ora la voce sta circolando e indovinate chi la fa circolare? Il mercato, perché l’incentivo Conto Energia è un attivatore di sviluppo e circoli virtuosi e il mercato, le aziende che installano pannelli solari se ne sono accorte prima dei politici e degli amministratori (tenete presente questa cosa perché il mercato è una delle armi più micidiali di cui possiamo servirci per cambiare le cose, ne riparlerò in modo più approfondito):

Oggi, un’amministrazione pubblica di buon senso dovrebbe, istantaneamente e con grande determinazione, utilizzare l’incentivo per installare il maggior numero di impianti fotovoltaici possibile negli edifici pubblici, fornendo il massimo sostegno ai privati per fare la stessa cosa nelle proprie abitazioni.

Questo è un caso in cui soldi pubblici vengono spesi bene per attivare un meccanismo virtuoso che produce posti di lavoro, reddito, ricchezza e contemporaneamente riduzione dei consumi energetici, sviluppo di know-how e competenze, abbattimento dell’inquinamento e delle emissioni in atmosfera di CO2, affrancamento dalla dipendenza energetica del paese, risparmio per le famiglie (quindi aumento del reddito disponibile).

Se ci pensate bene, poi, ognuno di questi effetti positivi genera a cascata altri effetti positivi. Ve l’ho detto, i circuiti virtuosi sono armi potenti, vere armi di ricostruzione di massa.

Tornando all’ambiente, questa legge l’hanno fatta un po’ per sbaglio, non si rendevano mica conto che fosse così bella. Infatti poi non l’hanno detto a nessuno che avevano fatto un colpo di questo tipo. Quando ad Anno Zero, Jacopo Fo (un comico, tanto per cambiare) l’ha spiegata a Francesco Rutelli lui non l’ha nemmeno capita. Nella sua recente apparizione a Porta a Porta Veltroni ha dimostrato un'ignoranza in materia ai confini del ridicolo e nessuno dei giornalisti presenti è stato in grado di rettificare quanto veniva detto (perché nel paese del nulla è ciò che sembra i giornalisti mica fanno i giornalisti).

Comunque questo è solo un esempio e non abbiamo nemmeno cominciato a scalfire la crosta del grande circolo virtuoso dello Sviluppo Sostenibile.

Però ho bisogno di farvi vedere prima la cornice, poi ci addentreremo nei dettagli del quadro, quindi domani vi parlerò del secondo grande circolo virtuoso: la meritocrazia.


* il meccanismo non è semplicissimo ma funziona (poi una volta lo spiego a beneficio di chi non lo conosce già).

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