giovedì 20 marzo 2008

Elogio della semplicità

Sembra incredibile, ma mentre io scrivevo Elogio della Complessità Wu Ming 2 scriveva qualcosa di molto simile (ma molto più articolato) su Carmilla. Me lo ha fatto notare Pas in un suo commento.

In questo post voglio invece parlare di semplicità vista come strumento per ottenere cambiamento e trasmissione delle informazioni. Di semplicità, insomma, come arma al servizio della rivoluzione dolce.

Le persone che sono consapevoli della necessità di cambiare molte cose della nostra società e del nostro modello di sviluppo, spesso sono arrivate alle loro convinzioni attraverso un percorso lungo. Hanno letto, hanno studiato, hanno vissuto, hanno cercato di capire, si sono messe in discussione ecc.

Quando si tratta di convincere qualcuno della bontà delle loro tesi tendono quindi a buttare sul tavolo tutto il loro "sapere" per essere più credibili e fornire all'interlocutore tutte le informazioni necessarie a capire davvero il problema. È un metodo politicamente e intellettualmente corretto, ma spesso poco efficace.

È meglio semplificare e dare alle persone, per prima cosa, quello che stanno cercando. Se volete reazioni rapide non disdegnate le scorciatoie, a volte sono necessarie. Ci sarà poi tempo per trasmettere anche tutto il resto.

Qualunque argomento vogliate trattare cercate prima di capire cosa, all'interno di quel tema, può veramente interessare il vostro interlocutore e non cosa sarebbe giusto che gli interessasse. La differenza tra le due strategie c'è e può essere consistente.

A molti dei quelli che stanno installando oggi i pannelli fotovoltaici non interessa molto dell'ambiente, hanno visto una buona forma di investimento economico. Dove vivo io tutti hanno la compostiera in giardino perché il comune la fornisce gratis e se la usi hai uno sconto sulla tassa sui rifiuti. Moltissime persone acquistano prodotti biologici semplicemente perché questo li gratifica e sentono così di volersi bene e di valere di più. Ecc.

Sono le motivazioni giuste? Forse non le migliori, ma sappiamo che abbiamo bisogno di produrre cambiamenti e che dai cambiamenti si produrrà cultura. Teniamole quindi in considerazione e quando introduciamo un argomento partiamo dalle cose che sono più facili da capire e interpretare come positive e poco rischiose.

Fate proposte semplici, agganciate l'interlocutore e poi, solo poi, potrete accompagnarlo lontano.

Provate.

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