Sembra incredibile, ma è inutile che leggiate questo post se non avete letto quello precedente.
Stiamo pensando di influenzare i processi decisionali di un'azienda o un'istituzione generando al suo interno la percezione di una richiesta di cambiamento da parte dei clienti/utenti.
PUBBLICITA' ALLA ROVESCIA
Per ottenere questo risultato si "bombarda" l'azienda con una serie di messaggi che, nella sostanza, chiedono tutti la stessa cosa. In pratica si "simula" il nascere di una richiesta del mercato/pubblico e con un "trucco" la si rende molto più visibile, agli occhi dell'azienda/istituzione, di quanto non sarebbe normalmente. Facciamo pubblicità alla rovescia. Invece di subire la pubblicità di un prodotto facciamo pubblicità alle nostre esigenze presso l'azienda.
UNITA' DI MESSAGGIO DIFFORMITA' FORMALE
Se 10 persone diverse scrivono la stessa cosa a un'azienda, l'azienda immagina che per quelle 10 che hanno scritto ce ne siano 100 o 1000 che hanno le stesse idee ma non hanno scritto. Ecco perché è importante che i messaggi risultino tutti orientati allo stesso obiettivo, ma difformi tra loro. I messaggi dovranno quindi:
- Provenire da persone diverse e non collegabili tra loro
- Utilizzare canali diversi (posta tradizionale, posta elettronica, numeri verdi, servizi assistenza clienti)
- Essere diretti a destinatari diversi (es: ufficio marketing, assistenza clienti, filiali locali, sede centrale, direzione)
- Avere un aspetto formale diverso l'uno dall'altro (qualità del testo, tono, supporto)
APPROCCIO COSTRUTTIVO
Un altro aspetto importante è che i messaggi abbiamo un approccio costruttivo. Le critiche dirette tendono infatti a creare muri di resistenza o azioni di insabbiamento. Nelle aziende, normalmente, se dal mercato arriva una critica dura vuol dire che qualcuno deve assumersene la responsabilità. In questo caso le persone che possono essere danneggiate dalla critica tenderanno a farla sparire dalla circolazione.
I segnali costruttivi hanno invece due vantaggi importanti. Spesso trovano qualcuno all'interno pronto a cavalcarli (perché può trarne beneficio personale). Spesso aiutano le forze positive dell'azienda a guadagnare rilievo, favorendo e accelerando i processi di cambiamento positivi.
SCELTA DEGLI OBIETTIVI
Nello scegliere gli obiettivi è quindi preferibile individuare bersagli che abbiamo già dimostrato una certa attitudine al cambiamento che ci interessa. Ci si può aspettare così meno resistenza e un risultato più immediato.
Tanto per capirci, è inutile che scriviamo a un produttore di sigarette sperando di fargli capire che vogliamo che passi alla produzione di caramelle. È un obiettivo totalmente fuori portata.
Però potremmo cercare di convincere una grande casa editrice a non plastificare la copertina delle proprie riviste, favorendo il riciclaggio di tonnellate di carta. Se questa casa editrice lo fa e se le sue riviste fanno tendenza è molto probabile che venga seguita da altre case editrici più piccole, l'idea dell'irrazionalità della plastificazione della carta si farebbe strada, ci si accorgerebbe che in altri paesi è già vietata per legge da anni, ecc. (ecco un bel circuito virtuoso).
IN PRATICA CHE SI FA?
Per FARE davvero un'azione di questo genere serve:
- Un obiettivo
- Un gruppo d'azione (i 300)
- Un piano operativo
- Gli indirizzi a cui inviare i messaggi
L'obiettivo e la sua importanza strategica vanno discussi collettivamente e resi ben chiari a tutto il gruppo d'azione.
Direi di non fornire modelli o esempi dei messaggi da inviare (anche se sono un po' combattuto su questo punto). È fondamentale che ognuno crei il suo messaggio in modo autonomo, con le proprie capacità e con il proprio stile. Più spontanei sono i messaggi, meglio è.
Nel caso dell'esempio fatto prima, l'informativa base al gruppo d'azione potrebbe essere: "La carta plastificata non si può riciclare. Come affezionati lettori della rivista xxx chiediamo alla casa editrice yyy di non fare più copertine plastificate perché le leggeremmo ancor più volentieri se fossero più ecologiche" (messaggio costruttivo, ricordate).
Magari corredata da qualche informazione di supporto: "in altri paesi la plastificazione è vietata per legge"; "è importante riciclare e ridurre i rifiuti non smaltibili"; "la resistenza meccanica della copertina non è importante in riviste che dopo qualche settimana nessuno leggerà più" ecc.
Il fattore tempo gioca un suo ruolo importante nella partita. Non si possono fare arrivare i messaggi tutti nello stesso momento perché non sarebbe credibile. Ovviamente, non possiamo nemmeno pensare di diluirli in un periodo di tempo troppo lungo perché l'effetto sarebbe blando.
Credo quindi che il gruppo di azione vada diviso in sottogruppi e a ogni sottogruppo vada assegnata una finestra temporale (ad esempio una certa settimana) in cui è chiamato ad agire.
Potrebbe essere utile anche assegnare ai sottogruppi un mix di modalità di invio per evitare che partano solo email o solo fax o solo lettere scritte a mano. Ovviamente vanno forniti anche gli indirizzi da utilizzare per l'invio dei messaggi.
AVVERTENZE
È più complicato di una raccolta firme, lo so.
Serve gente molto più motivata, lo so.
Non mi risulta che ci siano state rivoluzioni comode da fare.
Uno dei miei scopi è fornire "armi" a chi ha voglia di usarle per cambiare le cose.
Questa è una e spero di averla spiegata in modo sufficientemente chiaro.
Se volete agire su entità più piccole (es: il supermercato di quartiere, la scuola di vostro figlio) potreste usare la stessa tecnica in scala ridotta (con un gruppo locale di 50 persone ad esempio).
Non mi risulta che siano già state fatte azioni organizzate in questo modo, quindi siamo in campo sperimentale.
Se ci sono domande, sono qui.
martedì 11 marzo 2008
300: la cassetta degli attrezzi
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9 commenti:
ok, già dal post precedente avevo capito l'intenzione. L'idea mi sembra ottima e molto più efficace di un semplice boicottaggio. Ora bisogna cercare di creare il gruppo di persone motivate e dargli un riferimento, tipo un blog dove confrontarsi, scegliere l'obiettivo, e metterlo in pratica..
Cristian
stupenda iniziativa, mi sento uno dei 300!!!
Sono pronto, ho messo in piedi un gruppo d'acquisto per gioco, è oltre un anno che lavoro per loro, ora "passo alla cassa" chiedo che tutti lavorino per tutti. Troppo facile sarebbe una semplice raccolta di firme! Funziomario.
Certo Cristian, vediamo se raggiungiamo un numero significativo di adesioni.
Benissimo Funziomario/Cirano e quanti sono?
Ho trovato il link sul blog di Jacopo Fo, noi ci siamo, apparteniamo al GAS di Bologna (80 persone).
Credo che coinvolgere i GAS sia una buona strategia, l'unico è che l'iniziativa deve rimanere sempre un po' nascosta...
Ciao M.
Daria e Marco siete benvenuti. Non è proprio indispensabile che l'iniziativa rimanga nascosta, d'altra parte io ne sto parlando in un blog che chiunque (potenzialmente) può leggere... comunque è un'osservazione giusta, credo che ne riparleremo.
sai già che l'idea mi piace e credo che possa funzionare bene.
però anche io ho un dubbio: forse in questo caso si dovrebbe creare qualcosa di meno pubblico di un sito o un blog, altrimenti se nella casa editrice yyy c'è una sola persona che sa usare il computer scopre il gioco e tutto viene ricondotto alla raccolta firme.
forse una mailing list dei 300?
unica nota: ma proprio i 300 dovevamo prendere ad esempio? io l'olio sui muscoli non me lo metterò mai, anche perchè manco della materia prima!:-)
Sembra incredibile ti ringrazio: finalmente leggo idee che hanno le gambe e che gambe! Ero proprio stufa di chi sa solo distruggere.
Da troppo tempo sento dentro un'energia che mi viene dalla voglia di un vero e utile cambio di rotta al quale ultimamente si è aggiunto un senso di disperazione che quasi mi lasciava a terra. Sono anch'io dei trecento e non vedo l'ora di cominciare!!!
Noi siamo già partiti da un po', basta che segui le istruzioni che trovi qui nel blog. Comunque grazie del tuo contributo...
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