lunedì 23 giugno 2008

L'ultimo post

Sembra incredibile, ma questo è il mio ultimo post.

È stato bello incontrarsi domenica, ora posso chiudere questa esperienza proseguendo un rapporto più diretto con alcune delle persone che mi hanno fatto compagnia in questo angolino della rete.

Sembraincredibile mi ha aiutato a riordinare molte delle idee che avevo in testa, ma da quando ho cominciato (in realtà pochissimo tempo fa) mi sembrano passati secoli.

Le cose stanno cambiando tanto rapidamente che questa formula va abbandonata per cercare strade ancora più dirette ed efficaci. È molto probabile che io ricompaia altrove nel web in altra forma. Se vorrete ancora farmi compagnia lasciatemi il vostro recapito di posta elettronica nei commenti e vi dirò dove trovarmi.

Il contenuto del blog rimarrà on-line per un po' poi lo rimuoverò, se vi interessa il file con tutti i post scrivetemi e ve lo farò avere, la mia email rimarrà attiva ancora per alcuni mesi, poi di Sembraincredibile non rimarranno tracce.

Ciao a tutti.

mercoledì 18 giugno 2008

A proposito del nucleare

Sembra incredibile, ma all'estero sono rimasti molto stupiti del rinato interesse italiano per l'energia nucleare.

Grazie alla mia nuova dotazione di traduttori militanti (lì fuori c'è gente davvero splendida) ecco la versione italiana di un articolo che ho trovato particolarmente interessante. Oltre all'analisi generale, si evidenzia un aspetto (che ho segnalato in grassetto) che non viene sufficientemente discusso dai nostri mezzi di informazione.

Notare che l'articolo è del 30 maggio scorso (eh lo so, non avevo i traduttori...), uscito quindi a notizia italiana caldissima.


L'AFFARE NUCLEARE ITALIANO

di Henry Sokolski
THE WALL STREET JOURNAL EUROPE
30 Maggio 2008

Il governo italiano, paese il cui debito pubblico di 1.624 miliardi di euro é già il terzo più importante al mondo, sembra ansioso di scavare ancora. La scorsa settimana Silvio Berlusconi, neo-rieletto primo ministro, ha mostrato di volere tenere fede alla promessa elettorale di riconvertire l'Italia al nucleare.
Sembra l'unica risposta al problema dell'aumento dei prezzi del petrolio e del gas, e delle crescenti importazioni energetiche dalla Francia - eccetto per un particolare: le centrali nucleari promesse da Silvio Berlusconi non saranno probabilmente mai costruite.

Come mai? Tre motivi: prezzi di costruzione alle stelle; stima dei tempi di costruzione tra i dieci e i venti anni; e finora mancata identificazione di una qualsiasi comunità italiana desiderosa di ospitare un reattore nucleare nelle vicinanze.

Sono le solite funeste previsioni dei Verdi? Esattamente l'opposto. E-On, il colosso tedesco dell'energia, sta lavorando ad un grande impianto nucleare in Finlandia, e stima i costi di costruzione in sei miliardi di euro per impianto. Florida Power and Light, un'altra grande società che opera negli Stati Uniti, concorda con questa stima. Si tratta di circa dieci volte il costo di un moderno impianto a combustione di gas che produca la stessa energia. E' da notare che queste cifre coprono solo i costi di costruzione dell'impianto, e non tengono conto dello smaltimento dei rifiuti nucleari né delle spese di esercizio.

In qualità di primo ministro italiano dal 2001 al 2006 Silvio Berlusconi ha speso cifre sontuose in progetti pubblici, e ha mancato ripetutamente di ottemperare ai vincoli di spesa imposti dall'Unione Europea. Oggi giura che si impegnerà per controllo della spesa.

Tuttavia l'amministratore delegato di Enel, l'impresa in parte finanziata dal governo che sarebbe la candidata più probabile per la costruzione e la gestione dei reattori, ha cripticamente avvertito, la scorsa settimana, che per procedere la sua azienda avrebbe bisogno di "nuove regole e di forte consenso nei confronti del progetto da parte di tutto il Paese" - ovvero garanzie del governo, credito e finanziamenti.

Si potrebbe obiettare che il deficit di spesa che si produrrebbe oggi rientrerà come investimento nel futuro.
Per il caso del nucleare in Italia, tuttavia, la prospettiva non é rosea.
Perché? Perché ci vorranno decenni per attuare questo progetto. L'Italia non ha costruito o non ha mantenuto in esercizio alcun impianto nucleare da quando sono stati tutti chiusi e smantellati dopo l'incidente di Chernobyl nel 1987 [in realtà il disastro di Chernobyl é avvenuto nel 1986, ndf]. Ciò é evidentemente un enorme ostacolo all'ipotesi che l'Italia possa iniziare un qualsiasi programma nucleare in tempi brevi, e che possa essere in grado di gestirlo senza rischi di incidenti.

Gli entusiasti del nucleare glissano su questi aspetti. Solo la scorsa settimana il Ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola ha annunciato a Confindustria che il governo inaugurerà la costruzione di una nuova genereazione di reattori entro cinque anni. Suona davvero promettente. I funzionari di Enel, tuttavia, sono stati un po' più prudenti, dichiarando che occorreranno da "sette a dieci anni" prima che possano essere effettivamente in grado di accendere un reattore. Il maggior competitore italiano, Edison SPA, é stato ancora più cauto: ha affermato che "la prima stazione non potrà essere operativa prima del 2020".

Le critiche al nucleare in Italia sono state, d'altra parte, palesi e forti. Il progetto dei reattori di quarta generazione che il governo italiano promette di costruire in realtà non é ancora stato completato, ed é possibile che occorrano ancora da venti a venticinque anni prima che possano essere operativi. Argomento definitivo: i reattori nucleari italiani non possono essere la risposta alla crisi energetica che l'Italia dovrà affrontare per i prossimi dieci anni e più.
Quali saranno offerta e domanda del mercato energetico, cosÏ come il costo dell'energia, tra dieci o venti anni, é ora impossibile prevedere. Di certo per allora Silvio Berlusconi e il suo governo se ne saranno già andati da un pezzo. Invece gli alti costi e l'opposizione politica ad un qualsiasi sito nucleare sono problemi immediati e politicamente significanti.

Perché, allora, Silvio Berlusconi ha fatto il suo annuncio nucleare proprio ora?
CosÏ come la riduzione delle tasse sulla benzina e sul diesel - che Roma ha annunciato la scorsa settimana - questa mossa fa apparire il governo come impegnato a contrastare la crisi dei prezzi del petrolio e del gas.

Gli esperti di energia, tuttavia, sospettano qualcosa di più sinistro. L'annuncio potrebbe essere parte di uno sforzo a lungo termine da parte delle più grandi società europee al fine di prevaricare i competitori minori, accaparrandosi enormi sovvenzioni governative per grandi, costosi progetti nucleari. Gli italiani e gli europei possono solo sperare che questa ipotesi si dimostri falsa.

Il compito dell'Unione Europea dovrebbe essere quello di incoraggiare la competizione e l'eliminazione dei sussidi governativi nel settore energetico. Non é mai stato facile agire in tale direzione: la Francia finanzia indirettamente gran parte del proprio programma nucleare; i sussidi della Germania per il carbone sono fin troppo noti. Sono francesi e tedeschi i sussidi per il reattore finlandese che stanno costruendo AREVA e Siemens, finanziamenti che sono stati legittimati recentemente dalla Commissione Europea, nonostante i numerosi reclami.

La preoccupazione é che L'Unione Europea possa finire per reprimere la competizione nel mercato energetico, proprio nel momento in cui l'Europa avrebbe maggior bisogno di poter contare su un mercato sano.

L'Unione, dopotutto, dichiara di dedicarsi alla riduzione delle emissioni di carbonio. La soluzione sarebbe l'incremento della efficienza degli impianti per ridurre la domanda globale di energia, mettendo in opera le tecnologie più efficienti in termini di costi. Non esiste modo di pianificare in anticipo come ottenere ciò nel modo più facile e efficace, riducendo allo stesso tempo le emissioni di carbonio. Al contrario il rinforzo delle logiche di mercato sarebbe la migliore speranza dell'Europa, nel momento in cui si trova a far fronte alle decisioni più difficili - come la scelta tra sistemi di riscaldamento centralizzati o distribuiti, nuove tecnologie in opposizione alle vecchie, fonti differenti di gas naturale, etc.

Si può prevedere che questa competizione si risolva in favore del nucleare, in futuro. Tuttavia, dato che l'Unione prevede lo smantellamento di 145 reattori nei prossimi diciassette anni, la presenza di una vera e propria rete nucleare in Europa é ancora una possibilità lontana. Nel frattempo l'Italia e l'Europa farebbero bene a tenersi alla larga da ogni investimento nel settore energetico che nessuna banca sarebbe disposta a fare, senza la garanzia di un supporto finanziario da parte dei governi. Per il momento, ciò include anche il nucleare.

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Henry Sokolski é amministratore del Nonproliferation Policy Education Center, un centro di ricerca in Washington D.C., USA, e editore di "Falling Behind: International Scrutiny of the Peaceful Atom" (Strategic Studies Institute, 2008).

Link all'articolo originale
(trad. francesca b)

lunedì 16 giugno 2008

Traduttori cercansi

Sembra incredibile, ma se conoscete l'inglese abbastanza bene da poterlo tradurre in italiano corretto il Paese ha bisogno di voi.

In questo mio periodo di studio, scopro tonnellate di informazioni che qui in Italia non arrivano. Non sono nascoste, sono disponibili grazie a internet, o a volte sono pubblicate su libri e saggi, ma sono in inglese.

Ora, lo so che sembra incredibile (mica tanto in realtà), ma il numero di persone in grado di leggere un testo in inglese e di comprenderlo è drammaticamente basso. Eppure questi contenuti andrebbero resi accessibili per premettere a tutti di farsi un'idea più chiara sulle cose che accadono in questo piccolo pianeta.

Ecco allora che i "traduttori" diventano personaggi di importanza strategica e la traduzione una missione umanitaria.

Quindi, se tra voi c'è qualcuno in grado di tradurre dall'inglese, con un po' di tempo libero e voglia di impegnarsi per una giusta causa si faccia vivo.

C'è parecchio da fare.

mercoledì 4 giugno 2008

Lavatrice in classe A+

Sembra incredibile, ma era un po' che la cercavo e ora l'ho trovata.

Rex Electrolux ha messo sul mercato Sunny la lavatrice a doppio attacco in grado di utilizzare direttamente acqua calda per lavare. Se l'accoppiate ai pannelli solari per la produzione di acqua calda e a un detersivo poco inquinante ne esce un bucato piuttosto sostenibile.

Se poi avete anche i pannelli fotovoltaici per darle corrente siete veramente avanti...

martedì 3 giugno 2008

Meeting Sembraincredibile

Sembra incredibile, ma il primo (e probabilmente ultimo) meeting della rivoluzione dolce ha ora un luogo e una data.

Ci vediamo domenica 22 giugno a Granarolo (Bo) e saremo ospiti di Marco & Daria. Gli interessati possono contattarmi privatamente utilizzando l'indirizzo email che si trova nel mio profilo di Blogger.

Svelti che i posti sono limitati.
Ci vediamo presto.